Mercoledì 22 febbraio 2023. Nella nostra scuola entra un giornalista. Si tratta di Massimo Romanò, curatore della mostra sull’associazione “Banco alimentare”, preparata in occasione del trentennale della Associazione.
La mostra è allestita nell’atrio della scuola e i bambini hanno già avuto modo di vederla passando per entrare nelle classi. Qualcuno di loro ogni tanto sostava, nei giorni precedenti, davanti ad un’immagine particolarmente interessante.
Oggi però attendevano Massimo, perché era stato detto che veniva proprio per loro!
Seduti davanti ai pannelli della mostra i bambini con occhi sgranati ascoltano con attenzione e rimangono incantati dalla voce tonante del giornalista, che li attrae raccontando di incontri e di persone.
La spiegazione inizia con la prima fotografia: un ragazzo appena arrivato dal Ghana che Romanò ha incontrato girando per l’Italia con un amico fotografo che ha scattato le foto della mostra.
“Questo ragazzo è appena arrivato dal Ghana, un Paese lontanissimo, ne ha visti di tutti i colori, ha attraversato il mare, ha attraversato prima il deserto, poi è arrivato qui, non aveva nulla e non conosceva nessuno; possedeva solo i vestiti che aveva addosso e le due cose che aveva nello zainetto cercava i suoi compagni di viaggio ma non li ha più trovati.
Poi è capitato in questa mensa, dove è stato accolto e questo per lui è stato l’inizio di una nuova speranza”.
In quel luogo ha incontrato delle persone che lo hanno accolto e hanno soddisfatto quello che è un bisogno di tutti noi: mangiare.
Ma nel dargli da mangiare gli hanno sorriso, gli hanno stretto la mano e lui non si è più sentito solo”.
La partecipazione dei bambini si respira nell’aria. Ascoltano in silenzio assoluto.
Il vecchietto ritratto in un’altra immagine è l’espressione della felicità: come mai? Ci racconta Romanò che quando lo ha incontrato, gli ha detto di non ricordarsi più nemmeno il proprio nome e nell’incontro con i volontari del Banco Alimentare ha ricominciato a vivere.
Quattro sono le parole su cui vengono fatti riflettere i bambini: INCONTRO, PERSONA, POVERTA’, RECUPERO.
Un’altra storia cattura l’attenzione. E’ la storia di uno chef che aveva perso il lavoro ed ha deciso di dedicare il suo tempo alla mensa “Pane quotidiano” che ha sede a Milano, dove tutte le mattine c’è una fila chilometrica in attesa di un pasto.
La cura che lo chef metteva nel preparare i suoi piatti viene usata anche per i poveri perché sono PERSONE e sono importanti allo stesso modo dei clienti di un ristorante stellato.
Iniziano poi le domande dei bambini, alcune sulla professione del giornalista e altre sul senso di ciò che hanno ascoltato.
Una domanda fra tutte coglie il valore dell’Associazione Banco Alimentare: “Perché hai sentito la necessità di aiutare gli altri, insieme a qualcuno? Non potevi aiutare i poveri da solo?”
Risponde Romanò: “Da solo non ce la fai. Insieme puoi farcela.”
Si conclude così un’ora bellissima per tutti i presenti: dagli insegnanti ai bambini, che insieme sono stati accompagnati all’incontro con il senso della povertà.
Nel momento dei saluti finali si avvicina una bidella e, con commozione, dice a Massimo: “Grazie, io sono una di quelle persone che avete aiutato in un momento di bisogno. Arrivavo dal sud Italia e avevo tre bambini piccoli. Mio marito aveva perso il lavoro e per un po’ ho ricevuto il pacco con il cibo. Grazie!”
Il povero è vicino a noi, è una persona come me ed ha bisogno di ciò di cui ho bisogno io: di essere amato.
[C. D.]